E perché non è affatto in contraddizione con la voglia di farcela
Hai presente quelle storie che sembrano inventate ma succedono davvero? Come quando smetti di cercare disperatamente l’anima gemella, decidi che starai bene da solo… e proprio lì, arriva. Oppure quando una coppia, dopo mille tentativi, adotta un bambino… e proprio in quel momento, scopre di aspettarne uno in modo naturale.
Non sono miracoli. Sono dinamiche profonde, e, a volte, hanno anche una base scientifica.
Smettere di forzare non vuol dire smettere di credere
Viviamo in un mondo che ci racconta che “chi molla ha perso”. Che se vuoi qualcosa davvero, devi insistere. Ma sai cosa succede quando ti aggrappi a un obiettivo con tutta la tua ansia, paura, insicurezza? Succede che lo soffochi.
Ti irrigidisci. Ti affanni. E il tuo sistema nervoso si attiva come se fossi in pericolo.
Quello che ti servirebbe in quel momento è esattamente il contrario: fluidità, fiducia, respiro.
Ed è qui che entra in gioco il distacco funzionale.
Non sto parlando di rinunciare. Sto parlando di fare spazio. Di smettere di spingere per permettere finalmente a ciò che desideri di arrivare davvero.
Cosa dice la scienza sul “lasciare andare”
Quando lasciamo andare per un po’ un obiettivo che ci sta logorando, il nostro corpo tira un sospiro di sollievo. Il sistema parasimpatico si attiva, il cortisolo si abbassa, e riacquistiamo lucidità, flessibilità cognitiva, visione ampia.
Lo confermano studi come quelli di Koole & Jostmann (2004), che parlano di letting go come di un potente meccanismo di autoregolazione. Oppure quelli di Wrosch et al. (2003), che dimostrano come chi sa disimpegnarsi da obiettivi irrealizzabili sta meglio, ha meno sintomi depressivi e più motivazione residua da investire altrove.
In parole povere? Mollare può salvarti. E può anche farti arrivare prima.
Tre segnali che ti dicono che è ora di praticare un distacco funzionale
Distaccarsi vuol dire tornare in centro
Lo vedo ogni giorno, anche nel tiro con l’arco. Più stringi l’arco, più tremi. Più forzi il tiro, più manchi il bersaglio.
Distaccarsi dal punteggio finale o intermedio che sia, ti lascia libero di riprendere quello che stavi facendo prima MA SENZA PRESSIONE.
Una volta distaccati, non resta il vuoto. Resta lo spazio. Quello da cui puoi finalmente ripartire con meno peso sulle spalle e più verità nel cuore.
Fonti scientifiche citate: